Caterina Ricciardi ci ha lasciati. Con la sua scomparsa abbiamo perduto una sostenitrice delle nostre iniziative culturali per le quali ha sempre generosamente offerto competenza critica, profonda conoscenza della letteratura canadese, serietà di studio.
Caterina
Ricciardi has left us. We have lost one of the finest, most competent
and knowledgeable contributors to the cultural initiatives we have
undertaken towards the promotion of Canadian literature
Laura Forconi
La ricordiamo con le parole pronunciate dalla collega e amica Maria Anita Stefanelli, pronunciate durante le sue esequie:
Su
invito del direttore del Dipartimento di lingue, letterature e culture
straniere di Roma Tre, per la vicinanza disciplinare e anche personale a
Caterina, porto il saluto a nome proprio e dei nostri colleghi alle sue
sorelle e alla famiglia…. A loro vorrei, innanzitutto, dire che…
Se
esiste un modello di studiosa seria, coscienziosa e onesta, quella è
certamente Caterina Ricciardi. Rispettosa dei Numi tutelari della
disciplina era grata a chiunque esprimesse un giudizio critico sulle sue
ricerche. Seguiva gli studenti e i giovani appassionati della nostra
materia senza risparmiarsi. Tesi di laurea e di dottorato lo confermano.Alla scoperta degli studi canadesi si è avventurata, giovane studiosa, con entusiasmo, sviluppando legami culturali con l’Ambasciata del Canada e l’allora Centro di Studi Canadesi diventato, anche grazie al suo impegno, fucina di seminari, conferenze e supporto ai giovani studiosi tramite finanziamenti per ricerche da condursi nelle varie università – io stessa nel 1994 a Terranova ho avuto occasione di esplorare la terra e la cultura della regione in cui Caboto, dopo il successo di Colombo, approdava.
Ma la letteratura del Canada, pur con le stelle nascenti – Margaret Atwood che si avviava a prender posto tra l’élite dei teorici e critici culturali e Alice Munro che sarebbe approdata, nel 2013, alle vette del Premio Nobel – era un ambito di ricerca troppo ristretto per la sua ambizione intellettuale di americanista a tutto tondo. Lei desiderava continuare a crescere con il Personaggio letterario che le insegnava di più e la cui opera poetica era ricchissima di miti, culture orientali, filosofie, storia del mondo, arte; e quindi, immagini, immagini, immagini – EIKONES, il suo libro su Ezra Pound, quello che aveva scritto per la cattedra. Al connubio di arte e letteratura, tema sempre caro agli Americani, Caterina si era dedicata con l’anima, conscia che gli Americani della Progressive Era avevano barattato il bello per il “materialismo affaristico” e che i residui aspiranti artisti e letterati dovevano attraversare l’oceano per rincorrere la bellezza universale promossa dalla classicità.
EIKONES è un tripudio di figure mitologiche, artisti e luoghi sacri dell’arte: le diverse Veneri, da Botticelli a Tiziano, dagli Uffizi al Prado, da Arianna, Venere e Bacco del Tintoretto al Bacco e Arianna alla Galleria Nazionale Londinese, Ermes, Atteone, Marte -- tutte, tutti ed altre, altri trionfano nella poesia dei Cantos poundiani.
E proprio la formidabile figlia del Poeta e di Olga Rudge, Mary de Rachewiltz, Caterina ha insistito, l’estate scorsa, che io incontrassi mentre mi trovavo non lontana da Merano. Fu così che telefonai a Mary e andai a trovarla il 29 Agosto. Fu una visita emozionante. Le dissi che ricordavo Pound in passeggiata alle zattere, nel primo pomeriggio, qualche anno prima che lasciasse questo mondo dove aveva avuto una vita tanto intensa, ma aveva anche sopportato la prigionia forzata di St. Elizabeth e il vuoto abissale della gabbia con la luce perenne a Pisa.
Vi ho dato, con questo racconto, la mia frequentazione ultraquarantennale di Caterina.
Ci sono stati scambi, lavori fatti insieme. Lei ha curato i Dialoghi con i classici invitandomi a partecipare; io lavoro a Bob Dylan and the Arts avendola invitata a partecipare. Per la stessa collana, della stessa casa editrice Edizioni di Storia e Letteratura.
Il primo è uscito nell’autunno 2019. Il secondo uscirà auspicabilmente un anno dopo.
Peccato che lei non ci sarà per gioirne insieme.
Chiudo con le parole scrittemi da Mary:
“Io purtroppo non ho sorelle, ma da bisnonna, alla famiglia vorrei solo dire di essere fieri di Caterina. So che nel dolore della perdita è una magra consolazione e vorranno perdonarmi se domani non partecipo alle esequie.
Ho la grande fortuna della Fede grazie alla mia nutrice, e anche mio padre ha scritto alla fine dei Cantos: pray -- pray / There is power.”
GRAZIE,
Maria Anita Stefanelli