martedì 11 giugno 2024

Da "Tango on the Waves" di Jane Callen

Da Tango on the Waves
di 
Jane Callen
 
(tr. Nicoletta Barbarito)
 
 
Vieni con me. Condividiamo un viaggio,  un’emozione, una storia d’amore che dura solo tre minuti ma puo’ restare impressa  nel tuo cuore  per tutto il tempo che vuoi o che ti  serve!
Antonio Iantorno, Maestro di tango

Cap.1
Gennaio

Milano, 17 gennaio 2021
   
Sabato scorso il Governo ha annunciato che la seconda e la terza ondata della pandemia di Covid sono arrivate in Italia. La Lombardia, con Milano al centro, è zona rossa, cioè con il più alto livello di contagio.  Coprifuoco alle 9 di sera, imposto e controllato dalla polizia locale. Chiusi tutti gli esercizi commerciali meno quelli di prima necessità. Lavarsi le mani, misurarsi la temperatura e evitare i contatti.  Veniamo avvisati che non finirà presto. Penso ai miei allievi. Con quattro mesi d’inattività hanno perso molto di quanto avevano appreso.  Se adesso provassi a far lezione, niente più abbracci, nemmeno fra marito e moglie. Allora ho deciso di proporre lezioni di danza  online, via Zoom.

Contatterò gli allievi su WhatsApp, lancerò una riunione su Zoom, ma non so chi legga regolarmente i messaggi, chi sarà disponibile e a che ora del giorno. Qualcuno forse penserà che io lo faccia per soldi. Scelgo con attenzione i nomi degli allievi, il gruppo storico. Loro mi conoscono, ma sorgono sempre dubbi. I dubbi sono come i lupi di montagna, aspettano la preda stanca, disorientata e sperduta. Attaccando da tutti i lati, fanno a pezzi la tua anima.

Forse dovrei chiedere aiuto a Grace. Sì, questa idea mi attira. E’ una donna dinamica che ha voglia di fare. L’ottobre scorso mi aveva proposto di organizzare lezioni online  per studenti di vari livelli. All’inizio le mie proposte non ottennero consensi. Ma adesso siamo in una situazione a lungo termine, forse la reazione sarebbe diversa.  Le chiederò aiuto su come proporre le lezioni.  Appena mi sentirò pronto la chiamerò. Grace è  un vulcano di idee. Certamente sarà pronta a collaborare al mio progetto.

Dopo pranzo arriva una telefonata di Elio, un medico che, insieme a sua moglie Mitti, è mio allievo da oltre 12 anni.  Siamo grandi amici. E’ stato il mio padrino di Cresima nel  2014, un momento sacro per entrambi.  Lui e Mitti lavorano duro e sono brave persone. Gentili e riservati in una città che non tratta gentilmente. Durante la pandemia  ci siamo parlati raramente. Come mai adesso mi telefonano? Allora mi viene in mente che la madre di Mitti, Benedetta, 99 anni, era caduta prima di Natale. Frattura dell’anca e complicazioni. Con una voce roca che stento a riconoscere Elio mi dice che quella signora con cui avevamo condiviso tanti bei pranzi e ricordi, è deceduta. Mi assicura che non ha sofferto. Sono sopraffatto dai ricordi di quella bella signora, delle cene eleganti e allegre.  A volte condividevamo storie dei tempi andati, quando sia lei che mia madre erano giovani. Parlavamo delle storie dei santi, di leggende popolari e usanze paesane. Mi viene in mente che oggi è il 17 gennaio, la festa di S.Antonio Abate. Benedetta aveva descritto il rito del falò, quel giorno ogni paese accendeva in piazza un gran fuoco e ci bruciava un’immagine di S.Antonio, così l’abate avrebbe cacciato via una malattia da loro chiamata Fuoco di S.Antonio.  Raccontava di aver aiutato suo padre a raccogliere la legna da ardere. Da parte mia, dicevo che, dopo aver assistito mio padre morente, avevo preso il fuoco di S.Antonio, ed effettivamente quel nome è appropriato. Un cintura di pustole infuocate intorno alla vita, nervi in fiamme, non esiste rimedio che dia sollievo. Mi torna in mente la sua mano delicata, rigata da vene azzurre, mentre carezza la mia in segno di conforto. Vorrei poter stringere ancora una volta quella mano gentile.

Lunedì pomeriggio il funerale di Benedetta  ha luogo nella chiesa  di S.Giuseppe dei Morenti nella diocesi di Milano. In questa grigia e brutta giornata mi bastano meno di dieci minuti per raggiungere la chiesa e parcheggiare. Durante il COVID il traffico a Milano scorre meglio.  E trovare un parcheggio  non è un’impresa.

Io e la mia compagna Anna ci uniamo al gruppo in chiesa, trenta persone compreso il prete. E’ il massimo numero permesso dalle attuali restrizioni per la pandemia.  Normalmente la chiesa sarebbe stata piena di gente, immagino. Peraltro, Benedetta era molto anziana. Ciò può comportare che ai funerali partecipino meno persone. Con segni d’affetto e lacrime agli occhi coperti da azzurre mascherine di carta lasciamo Mitti ed Elio. in questi tempi di distanziamento sociale è tutto ciò che possiamo offrire, però la cosa che fa soffrire di più è il distanziamento emotivo.

Prima di rientrare, decidiamo di passare a ESSELUNGA, un supermercato noto per essere ben fornito.  Anna si occupa di prendere i prodotti che le servono. Le interessa soprattutto vedere quali funghi sono in vendita. Vuole preparare una zuppa invernale.
Io spingo il carrello cigolante e faccio passi di tango. C’è poco da ridere, è un esercizio valido. Seguimi. Comincia a camminare. Destra. Sinistra. Destra. Sinistra.  Nel tango, la cosa più semplice è la cosa più difficile. Sui due piedi,  mi riposo. Su un piede, danzo.  Quando fai un passo stai pattinando su un piede, è così che si scivola. Adesso, un passo. Unisci i piedi e allunga – un unico movimento. Quando i piedi fanno un passo si baciano, si toccano. Spingi il piede, allunga la punta, dirigila, avanza un po’ di più. Viaggia. Aspetta! Non chiudere le gambe! Servono per il prossimo passo Poi, di nuovo, tutto  in unico movimento. Unire-stendere- passo. Di nuovo. Camminare all’indietro è più difficile. Quello è  passo della donna, più che altro.

Spingo  il carrello lungo le corsie come un nomade stordito che ha perso la sua mappa interiore. Svoltando un angolo, m’ imbatto in Grace! Come mai sta qui? Non so dove abiti, forse questo è il suo quartiere. Decido di far finta che sia un caso. Ecco, spingo lentamente il carrello a lato del suo dicendo “ Scusi! Non quello che sal’avevo vista.”  Lei si gira e mi vede.“Oh, che sorpresa. Grace, sei tu?”

Ci scambiamo commenti sulla seconda ondata. Lo facciamo per rassicurarci che non siamo soli in questa sventura. Lei dice che va fatto qualcosa col tango perché corre il rischio di perdere tutto cio’ che ha imparato  e  di nuovo mi suggerisce di fare lezioni ONLINE. Sorprendo entrambi quando rispondo SI’, al che lei mi  chiede il permesso di proporre le lezioni a tutti i membri del gruppo storico!  Il mio desiderio si è avverato a ESSELUNGA. Certamente, rispondo. OK. L’emozione m’invade.  E’ un incontro casuale oppure la volontà  del cielo? Comunque sia, è pura magìa.

Le confido che quando, durante la prima ondata, avevo provato a cominciare un corso ONLINE per principianti, non era stato possibile. Era una perdita  di tempo per me e di soldi per loro. Le basi si devono imparare  di persona mediante l’ interazione fisica fra allievo e insegnante. Invece, con allievi che hanno già un certo livello di abilità e già conoscono l’insegnante, potrebbe funzionare. Per ripassare e migliorare tecniche già imparate.  Ora che siamo da tempo all’interno della nube della pandemia, gli allievi possono essere maggiormente interessati a provare qualcosa di diverso, come la danza, da casa attraverso lezioni ONLINE.

Immaginate, l’universo ha risposto alla mia preghiera di Natale. E’ sempre stato così, ma quando svaniscono le luci del destino, uno brancola nel buio e si perde. Scoraggiato, gli resta soltanto la fede in  qualcosa che potrà succedere in seguito.
 
...

Nessun commento:

Posta un commento